Delle lunghe fascie sonore che si possano combinare al meglio con i toni della recitazione.
Una musica essenzialmente astratta, non tematica, basata soprattutto su frequenze basse e su ritmi omogenei che diano il senso di un’ossessione.
Dei brevissimi riferimenti nella strumentazione ad un ipotetico “sud”, dei tentativi di danza, il grottesco appena accennato ma sempre pronto a portare il passo della narrazione su un piano diverso.
In definitiva una musica di appoggio, che non prevarichi, una base sonora su cui costruire la drammaturgia di una storia straordinaria che avviene attraverso la voce ed in cui la voce deve essere esaltata.
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